lunedì 7 giugno 2010

C'ERANO UNA VOLTA GLI ANNI '50




C'erano una volta gli anni Cinquanta, gli anni della Lambretta, delle pin-up, dell'abbondanza, del sorriso e della seduzione.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1945 il nuovo decennio si prospettava come il decennio della rinascita.
L'Italia uscì malconcia dal conflitto mondiale, ma riuscì in pochi anni a ritrovarsi e a riprendersi moralmente ed economicamente.


E' l'Italia "povera, ma bella" che scommette sulla propria creatività e diventa grande, è l'Italia della Dolce Vita, della Vespa, della Loren, di Anna Magnani, di De Sica, del Festival di Sanremo e della televisione.


Non solo in Italia, ma in tutto il mondo il clima rilassato e positivo ha portato al grande benessere del boom economico.
Le famiglie ricominciano a comprare, a spendere, a riempire la casa di oggetti che diventano comuni come la televisione.
Il fenomeno musicale degli anni Cinquanta è sicuramente il rock'n'roll, questa scarica potente di energia adrenalina e rivoluzione, seppur ancora agli inizi.
La musica americana era fortemente influenzata dai ritmi eccitanti della musica nera, i neri suonavano la musica migliore, ma solo i bianchi potevano permettersi di acquistarla.
Celebra la frase di Sam Phillips (fondatore della Sun Records a Memphis Tennessee) che disse: "Se trovassi un bianco capace di cantare con l'anima di un nero, potrei diventare miliardario."
Il primo con questa capacità fu Bill Haley, bianco ma con una voce profonda che nel 1952 fondò i Comets.
Bill Haley cantò "Rock around the clock" nel 1954 e divenne subito una delle canzoni più ascoltate nelle radio americane.



La Hit lo rese particolarmente famoso, ma aveva quasi quarant'anni all'epoca ed era quindi il più improbabile dei "teen idol".
Quella canzone sembrò più una novità discografica che un inno rivoluzionario, ma fu proprio quella canzone a trasformare il rock'n'roll in un fenomeno nazionale.
Due film del 1955, "Rebel Without a Cause" e "Blackboard Jungle", istituirono un nuovo modello adolescenziale: il delinquente ribelle e solitario: non esattamente il modello che il genitore medio avrebbe desiderato per i propri figli.
Il sogno di Sam Phillips si avverò con la scoperta del cantante bianco Elvis Presley, un ragazzotto di Memphis che diventò l'idolo di tutti i ragazzi bianchi appassionati di musica nera.
Elvis incarnava perfettamente i giovani della sua epoca, era scanzonato, ribelle, portava un ciuffo nero e vestiti sgargianti.
Con il Rock'n'Roll ed Elvis finalmente i giovani entrarono nelle Tv americane.
Era la musica che i genitori non volevano far ascoltare ai propri figli, si ballava agitandosi, scuotendo il corpo e i fianchi, i testi erano considerati scandalosi, le voci registrate sussultavano come i sospiri degli amanti e nessuna madre avrebbe mai voluto far sentire quei sussulti alle proprie figlie perbene.



Anche la moda cambia, come nel design le forme si arrotondano e si ammorbidiscono.
La donna è femmina, è segno di rinascita e di fertilità, il suo corpo è tutto curve, seno prosperoso e gambe sode.
In America Marilyn Monroe incarna questa donna dalla forte carica erotica: bionda, formosa e ingenua quanto basta.



L'icona italiana per eccellenza, invece, è Sofia Loren che con le sue curve e i suoi ruoli divertenti e sensuali differenzia la pin up italiana da quella statunitense, rendendola più forte e capricciosa.



L'immaginario collettivo dell'Italia di quel tempo ci rende una meta ambita per artisti, attori, registi e scrittori.
Questa Italia così calda e piena di creatività raccoglie a se star di tutto il mondo, scrittori e registri e sarà ricordata per sempre come l'Italia della "Dolce Vita" prendendo il nome dall'omonimo capolavoro di Federico Fellini.

La donna di quell'epoca è quindi una donna curata nel minimo dettaglio, sofisticata ed elegante con un make-up pesante con fard sugli zigomi da bambola, eyeliner nero, mascara e l'inconfondibile rossetto rosso.


Parigi viene travolta dal "New Look" di Dior, la donna scopre le spalle, strizza la vita, mette in mostra il seno ed accorcia la gonna, tornano di moda i corsetti con i fianchi imbottiti, le gonne sono voluminose e gonfie.


La donna vuole essere donna ed ostentare salute e benessere, le ragazze indossano maglioncini colorati e reggiseno con la coppa appuntita mentre i ragazzi fanno riferimento a belli e dannati come James Dean e Marlon Brando, indossano jeans, giubboti di pelle e brillantina nei capelli.


Prada per questo autunno/inverno propone una donna anni '50 femminile, ma casta.







Mentre la donna dei 50's di Dolce & Gabbana è forte, bella e sensuale.


Anche Luis Vuitton ci propone un ritorno al 1950 e ad Audrey Hepburn:



Ecco alcune proposte di 50's outfits di alcuni blogger di moda internazionali:





Alcune foto tratte dalla serie televisiva "Mad Man" serie odierna che parla di un gruppo di pubblicitari di New York a cavallo degli anni 50/60




In questo tempo di crisi è normale che ci sia un ritorno ad un modello femminile anni 50, un modello morbido, materno e sicuro.
Gli anni 50 stati un periodo di rinascita come abbiamo detto più volte e ancora ora ci auspichiamo questa nuova rinascita, cerchiamo dei modelli che ci diano sostegno che siano capaci di emanare fiducia ed allo stesso tempo serenità. infanzia, creatività e delicatezza.
Forse il ritorno a questo tipo di moda e di conseguenza a questo tipi di società così pudica, delicata, costruita sulle buone maniera in un certo senso vuole farci tornare a quella bella Italia che tutti ci invidiavano dove le gonne erano gonne e non fazzoletti attaccati in vita.